“Io convivo da un anno e mezzo e lavoro part-time. Dal disagio mentale si può uscire». A dirlo è un utente del Centro diurno di riabilitazione psichiatrica Arcobaleno di Arzignano, nel vicentino, che insieme ad altri ha contribuito con le testimonianze di vita al libro “A Cavallo dell’Arcobaleno – Raccontare ad adolescenti e famiglie di malattia e salute mentale”.
Realizzato dall’Aitsam-Associazione italiana tutela salute mentale sezione di Montecchio, in co-progettazione con il Centro arcobaleno e con il contributo del Centro di servizio per il volontariato, il libro ha cercato di rispondere alle domande di un adolescente che si trova a vivere in una famiglia in cui si sta sviluppando una malattia mentale o un disagio psichico. E ha provato a farlo con l’esperienza diretta di chi l’ha vissuto, soffrendo a sua volta di un disturbo di questo tipo.
Per “A Cavallo dell’Arcobaleno” si sono messi in gioco otto utenti-scrittori del centro di riabilitazione psichiatrica, Luisella Buffo, Luigi Carlotto, Nicola Cecchetto, Laura Fattori, Paolo Frigo, Claudia Parlato, Barbara Siviero, Giovanna Xompero. Con le operatrici del centro hanno raccontato le loro esperienze di vita, le sofferenze, i problemi di depressione, di disagio mentale. E come ne sono usciti. Ormai quasi tutti inseriti nel progetto “abitare supportato” e alcuni anche con un lavoro. Esperienze che dagli spunti biografici sono diventate otto favole, in cui ognuno ha messo un pezzettino di sè. Accompagnate dall’approfondimento di Stefano Zanolini, responsabile strutture intermedie Distretto Ovest dell’Ulss 8 Berica, dalle illustrazioni suggestive di Francesca Dafne Vignaga, e da una serie di giochi cognitivi. Per capire meglio cos’è la malattia mentale.
Allegato al libro inoltre “Il gioco del cavallo”, a cui si procede rispondendo a domande sui contenuti. Il progetto ha richiesto diversi mesi di lavoro in cui il gruppo di confronto è diventato di condivisione, una sorta di scrittura terapeutica. “Dopo il libro ci siamo sentiti meglio, meno soli – raccontano – il disagio mentale si può vincere. Si possono superare l’emarginazione, la difficoltà di trovarsi adolescente a combattere contro la depressione, la perdita di fiducia, il disagio mentale. Al centro ci hanno aiutato le competenze degli operatori e la vicinanza affettiva degli altri ospiti. La condivisione è fondamentale. Perché nella malattia mentale ci si sente soli, emarginati. Qui abbiamo trovato degli amici. Abbiamo recuperato fiducia e autostima”.
Fonte @ Giornale di Vicenza