Presso il Lingotto di Torino sono stati presentati i sei progetti di “MinD – Mad in Design”, un workshop, e una serie di eventi collaterali, per sperimentare metodi di lavoro, approcci e soluzioni per un’idea di residenzialità psichiatrica socialmente inclusiva, un abitare che tenga conto delle reali esigenze di chi vive lo spazio. In questo caso gli utenti dei servizi di psichiatria residenti in comunità. MinD, giunto alla sua terza edizione, ha offerto ancora una volta l’occasione di impegnarsi in prima linea per superare le barriere del pregiudizio e dell’indifferenza, coniugando design e disagio psichico rispetto alla progettazione di spazi abitativi in relazione a diverse forme di fragilità psichica.

Il tema di questa terza edizione  è stata la “pausa”, intesa come rigenerazione fisiologica e psicologica, come rito, come spazio individuale e di condivisione. Al centro dei progetti c’è il rapporto tra benessere della persona e lo spazio progettato e trattano soluzioni ambientali e emozionali che migliorano le condizioni e soprattutto i piani di reinserimento delle “persone fragili”. Alla base dell’iniziativa esiste la convinzione che quando il design si confronta con la mente umana si superano i limiti della normalità condivisa e le idee che nascono sono stimolate dalla necessità di benessere. Cambiando prospettiva il design può essere strumento di cura e di riabilitazione. La particolarità di “MinD” consiste in un approccio multidisciplinare che, attraverso il design, la psicologia e l’antropologia, riesce a coinvolgere, studenti, pazienti e designer. Giulia Mezzalama, coordinatrice dell’evento, ha detto: “Il lavoro si è svolto intorno al tema della pausa, come definizione fisica di spazi e oggetti mirati alla salvaguardia del senso di sé. Un lavoro partito dall’analisi degli spazi vissuti dalle persone con disagio mentale, ma che riguarda da vicino tutti noi”; e ha poi continuato: “Abbiamo progettato non solo i luoghi della pausa, a partire dalla definizione fisica degli spazi e degli oggetti, ma anche il significato stesso dell’idea di pausa, nelle sue diverse accezioni, come esperienza, come bisogno, come momento di condivisione, scambio e interazione”.

MinD nasce, infatti, dall’idea di Giulia Mezzalama e Sandra Poletto, architetti, della psicologa Elena Varini, ed è promosso da Camplus – Fondazione CEUR (Centro Europeo Università e Ricerca) con Blu Acqua, società attiva nell’ambito della residenzialità psichiatrica, con il sostegno della Compagnia di San Paolo e la collaborazione di istituzioni universitarie e aziende del settore.

Per maggiori informazioni è disponibile il sito www.madindesign.com