L’arte può offrire una prospettiva differente sulle difficoltà che la malattia mentale comporta, sia di chi ne soffre sia di chi ci convive. Spesso l’immagine può esplorare meglio delle parole i meandri di queste esperienze. Da sempre i disturbi mentali sono stati i più difficili da indagare e, ancora di più, da spiegare. Se le prime discipline che ci hanno provato sono state la psicologia e la psicanalisi, oggi anche all’arte si riconoscono queste capacità.
L’arte coinvolgente e rivelatrice è proprio l’obiettivo di Asylum, la nuova mostra ospitata fino al 14 maggio all’EXMA di Cagliari. L’evento, curato da Roberta Vanali e Efisio Carbone, consiste nelle opere di 32 artisti, dai vari background, e di vario genere: opere pittoriche, fotografie, installazioni e video. Percorrendo la mostra si incontrano molte connotazioni del disagio mentale: per esempio la difficoltà sociale di mostrarsi e di essere notati, le ossessioni ma anche i sogni come rifugio, la regressione come difesa dal mondo esterno e gli spazi della malattia, fisici, come le sbarre, o figurati, come l’indifferenza della società. Nei locali della mostra verranno esposti anche i prodotti di alcuni workshop condotti da pazienti psichiatrici. Per l’occasione saranno svolti anche eventi collaterali: discussioni con gli artisti, una conferenza e una rassegna cinematografica.
Il percorso previsto da Asylum pone lo spettatore davanti alla tensione e al disagio molte persone, malate o vicine a loro, vivono quotidianamente. Ma proprio in questo modo, ispirando sensazioni e sentimenti che sarebbero altrimenti difficili da esprimere, l’arte può contribuire alla nostra comprensione, riflessione e quindi accettazione della malattia mentale.