Pandemia, lockdown, ma anche crisi economica e guerra in Ucraina: sono questi i fattori che stanno contribuendo ad aumentare il disagio psicologico tra gli italiani. È quanto emerge da un’indagine condotta dal Santagostino, in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, che ricorre il 10 ottobre. Stando ai dati, circa il 25% delle persone economicamente attive è affetto da un malessere psicologico significativo. Lo studio ha preso in esame circa 6mila individui tra i 20 e i 50 anni.
“La salute mentale è una priorità e un diritto” – “È fondamentale continuare a far crescere la consapevolezza nelle persone che la salute mentale deve essere una priorità e un diritto, in quanto ne va del benessere della collettività nel suo insieme”, commenta il dottor Stefano Porcelli, psichiatra, psicoterapeuta e responsabile dell’area psichiatrica-psicologica-neurologica del Santagostino. “Di conseguenza la psicoterapia, e in generale tutti i trattamenti per la salute mentale, devono diventare trattamenti accessibili a tutti, fin dai primi segnali di malessere. Come per tutti i problemi di salute in generale, intervenire precocemente sulle problematiche emergenti permette inoltre di ottenere risultati migliori, evitando il progressivo peggioramento del disagio e la comparsa di veri e propri disturbi mentali”.
Lo studio – Dalla ricerca emerge chiaramente come il tasso di malessere nella popolazione sia alto e in costante crescita. Il 23% del campione riferisce difficoltà a controllare i propri impulsi, il 22% segnala problemi di distacco emotivo e, in percentuale uguale, di regolazione delle emozioni, mentre il 15% giudica non soddisfacenti le proprie relazioni. Il dato più significativo riguarda però l’autostima, con il 32% del campione che ha affermato di avere una scarsa stima di sé. Più della metà del campione non ha ancora mai richiesto un aiuto psicologico, confermando la presenza ancora oggi di uno stigma che circonda l’area della salute mentale, soprattutto in alcune zone d’Italia, accanto a una difficoltà di accesso, per disponibilità e costi, ai servizi.
“Italia ancora poco matura sul tema” – In Italia “esistono ancora diverse zone dove i servizi per la salute mentale sono scarsamente diffusi”, ha sottolineato il dottor Porcelli. Rispetto anche a Paesi come Germania, Francia e Inghilterra, “dove si destina una parte di Pil fino a 3-4 volte superiore per la cura dei disagi mentali, il nostro Paese è ancora poco maturo. Un primo passo in questa direzione, anche se ancora una goccia in un oceano, è stato fatto con il bonus psicologo e l’introduzione dei servizi online ha il grande merito di aver contribuito a rendere la psicoterapia più accessibile sia da un punto di vista economico sia fisico”.
Fonte: com24.mediaset.it
Credit: Foto di Skylar Kang