Sostenere i cittadini con disagio psichico nella ricerca di un impiego, indipendentemente dalla diagnosi, dal livello di istruzione, dal retroterra socio-culturale e dalla storia lavorativa. E’ l’obiettivo del metodo Ips (Percorsi di supporto all’impiego).
A Bologna nel 2016 sono state 400 le persone provenienti dai Centri di salute mentale dell’Ausl che hanno fruito dei percorsi IPS, 172 delle quali (il 43% del totale) hanno trovato lavoro nei servizi alla persona, in attività di ristorazione, in agricoltura, nel turismo. L’Emilia-Romagna è stata la prima regione italiana ad aver sperimentato il metodo IPS. Il metodo è ampiamente sperimentato a livello internazionale, la cui efficacia è ormai dimostrata da evidenze scientifiche.
Gli interventi sono rivolti a tutte quelle persone, affette da disagio psichico, che vogliano cercare un impiego, indipendentemente dalla diagnosi, dal livello di istruzione, dal retroterra socio-culturale e dalla storia lavorativa.
Il metodo persegue il concetto della centralità dei soggetti, non più considerato un utente che usufruisce passivamente di un servizio ma soggetto attivo con una propria autonomia, responsabilità e contrattualità nei confronti degli operatori e del percorso proposto dal servizio. Il cliente è il protagonista del proprio percorso e si adopera in prima persona nella ricerca attiva del lavoro, nel rapporto con i datori di lavoro e nella gestione del proprio inserimento in azienda. In questo contesto l’operatore IPS, non necessariamente un sanitario ma in continuo contatto con i servizi e gli operatori della salute mentale, sostiene il cliente nel proprio percorso lavorativo garantendo il massimo della disponibilità e della presenza sia nelle situazioni ordinarie che in quelle di difficoltà.
I vantaggi di questo modello di inserimento lavorativo sono stati al centro del 3° IPS Day Nazionale, che si tenuto il 16 ottobre, a Bologna.