Si terrà a Bormio, dal 6 al 9 aprile 2017, il convegno “Il trauma e la cura: la combinazione delle opportunità”
Programma preliminare Bormio 2017
Razionale del congresso
Nella quieta certezza del soggetto, che si contempla ed ha coscienza di Sé, irrompe improvvisa una ferita. Trauma è prima di ogni altra cosa un evento primordiale, una scarica di enrgia che attraversa il soggetto, lo ferisce e lo scompone.
La radice indoeuropea arcaica “tr”, indica tutto ciò che attraversa, trapassa e quindi, parlando di un corpo e di un’identità, ferisce. Evento indicibile, non simbolico e non narrabile, che sfiora e disorganizza ciò che, dell’uomo, è più arcaico e fondante, l’unerlaubte Untergrund, quel fondo biologicamente primordiale che può essere esperito, ma non detto.
Allora, la cura del trauma passa attraverso almeno due tempi: la medicazione della ferita, e poi la sua restituzione all’universo del simbolico, e quindi del comunicabile e del condivisibile; farmaco per sedare il dolore, parole che riducano l’evento a ragione.
Non senza che proprio l’indicibilità del trauma renda anche difficile il parlarne, lasciando aperto il tema su quale sia il valore che l’energia che trafigge (mitica, come la lancia di Odino che una volta scagliata non si poteva più arrestare) può avere talvolta per rompere una stasi quasi altrettanto mortifera; di che cosa si intenda quando si parla di trauma natale (della madre lacerata, del bambino strappato, in un tempo molto lontano dal suo potersi pensare, dalla quiete dell’essere in sé alla complessità del mondo); di come forse un trauma, una lacerazione energetica priva di parola sia la nascita stessa dell’universo, sanata dall’idea di tutte le religioni che sia stata invece proprio una parola ad evocare il mondo.
E, da ultimo, il rapporto fra il trauma ed il sogno: lo stesso etimo indoeuropeo, ma forse il rapporto tra l’evento, e la sua cura.