Riportiamo l’articolo pubblicato su Valseriananews il 15 novembre scorso in cui la psicologa Alessandra Guerrieri, consulente della Fondazione Bosis che ha partecipato al progetto “Tender to Nave Italia”, ha raccontato la sua esperienza sul brigantino della marina.

 


Questo mese è mio desiderio condividere con i lettori di questa rubrica un’esperienza emozionante di cui sono stata protagonista e che ha arricchito la mia sfera professionale, oltre che personale.

Un mese fa un piccolo gruppo di ospiti e operatori della Fondazione Emilia Bosis, comunità psichiatrica del territorio bergamasco presso la quale lavoro come consulente, unitamente ad un gruppo di adolescenti dell’istituto IAL di Cremona, ha partecipato al progetto Tender To Nave Italia.

Durante la seconda settimana di ottobre il gruppo è stato a bordo dello storico brigantino-goletta Nave Italia insieme all’equipaggio della Marina Militare: i viaggiatori, salpati da La Spezia martedì 10/10 e rientrati a Genova sabato 14, hanno potuto vivere per cinque giorni un’esperienza unica che li ha portati a conoscere la vera vita di mare, all’interno di un contesto straordinario.

L’integrazione di più persone, con ruoli ed età differenti, e la convivenza entro un contesto insolito ha permesso a ciascun partecipante di mettersi alla prova, misurando i propri limiti e scoprendo le proprie risorse.

Il significato di questo progetto è infatti quello di vivere un’avventura che sia al tempo stesso un apprendimento, un’occasione per imparare attraverso la forza del gruppo, le regole comuni e la condivisione.

Durante la navigazione sono state numerose le attività svolte, da mansioni più prettamente marinaresche a laboratori artistici e fotografici che hanno saputo coinvolgere l’intero gruppo, sviluppando nuove abilità e portando utili conoscenze.

Un’esperienza certamente positiva quella sulla nave, che si è svolta in un bel clima tra i ragazzi, ma anche con i militari dell’equipaggio, che con grande ospitalità, generosità e fraternità hanno accolto i pazienti della Fondazione ed i ragazzi dello IAL di Cremona.

Un modo diverso questo, ma senza dubbio innovativo ed efficace, di promuovere il benessere e contrastare il disagio, nonché di realizzare una metodologia educativa e riabilitativa finalizzata a migliorare la qualità del vivere delle persone più fragili.